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MARTI - Make it Relevant: Tools for Intersectionality

KA2 – Partnership strategiche per l’innovazione

gennaio 2020 – maggio 2022

Terminato

Con questo progetto abbiamo voluto creare un approccio educativo innovativo e strumenti per applicare concretamente l’intersezionalità nel lavoro con i giovani. Per “intersezionalità” intendiamo uno strumento analitico per studiare, comprendere e rispondere ai modi in cui le componenti dell’identità si intersecano con altre caratteristiche/identità personali e come queste intersezioni contribuiscono a esperienze uniche di oppressione e discriminazione. Parte dalla premessa che le persone hanno identità multiple e stratificate che derivano dalle relazioni sociali, dalla storia e dalle strutture operative del potere. L’analisi intersezionale mira a rivelare le identità multiple, esponendo i diversi tipi di discriminazione e svantaggio intersezionali e multipli che si verificano come conseguenza della combinazione di identità con altri motivi.

Da quando è stata coniata da Kimberlé Crenshaw nel 1989, l’intersezionalità si è diffusa nell’attivismo contro la discriminazione, ma al momento della stesura del progetto era ancora un territorio inesplorato nel settore giovanile, dove l’antidiscriminazione è stata finora trattata come una questione a compartimenti stagni. Infatti, lavorare con i giovani con minori opportunità e a rischio di emarginazione ed esclusione sociale di solito significa concentrarsi su un aspetto specifico (o componente identitaria) e lasciare indietro tutti gli altri. Un chiaro esempio mostrato nel contesto locale di Applicant è l’esperienza delle organizzazioni lgbt+ che si sono trovate improvvisamente ad avere a che fare con migranti, richiedenti asilo e rifugiati lgbt+ e si sono rese conto di quante poche competenze avessero in merito a questa specifica dimensione, impreparate ad affrontare gli effetti che le intersezioni tra identità sessuali, etniche e religiose, così come lo status politico, hanno sulla percezione di sé delle persone.

Con questo progetto abbiamo voluto rispondere all’esigenza di un’analisi olistica della discriminazione sistemica, necessaria per comprendere e affrontare la disuguaglianza sociale. Intendevamo offrire agli operatori giovanili del contesto euromediterraneo l’opportunità di iniziare a concentrarsi e a impegnarsi per smantellare questi sistemi interiorizzati in se stessi, in modo da poter poi applicare quanto acquisito con i gruppi giovanili in cui lavorano. In questo senso, la presenza di un partner palestinese è stata essenziale, perché ha portato un’esperienza unica di oppressione che mette in atto un meccanismo secondo il quale l’identità nazionale diventa completamente prevalente e scavalca tutte le altre possibili intersezioni, a partire dalla propria autopercezione. La sfida per gli operatori giovanili e i responsabili politici palestinesi è quindi particolarmente impegnativa in termini di acquisizione di un approccio intersezionale.

Lo scopo del progetto era quello di creare uno spazio per trasferire un approccio intersezionale al settore giovanile e al lavoro con i giovani in particolare, per rispondere alle sfide moderne secondo le quali un’analisi olistica della discriminazione sistemica è necessaria per comprendere e affrontare la disuguaglianza sociale.

Gli obiettivi specifici previsti per il progetto erano:

-promuovere un approccio educativo innovativo e inclusivo basato sul concetto di intersezionalità;

-rafforzare la risposta dei sistemi di istruzione e formazione e delle politiche giovanili alle principali sfide del mondo di oggi, come le competenze civiche e interculturali, il dialogo interculturale, i valori democratici e i diritti fondamentali, l’inclusione sociale e la non discriminazione;

-sviluppare prodotti innovativi da diffondere in tutta l’area euromediterranea, al fine di garantire un miglioramento delle capacità e del know-how delle organizzazioni attive nel lavoro con i giovani;

-promuovere un approccio intersezionale nel settore giovanile che contribuisca a promuovere l’inclusione sociale dei giovani, in particolare di quelli con minori opportunità e appartenenti a gruppi emarginati a rischio di esclusione;

-promuovere un approccio partecipativo nella cooperazione euromediterranea, rafforzando uno scambio paritario di contributi e competenze, al fine di evitare il rischio di un approccio neocoloniale e di lavorare sul rafforzamento delle capacità per quanto riguarda l’avvicinamento e l’inclusione dei giovani immigrati di seconda generazione in Europa.

Il principale risultato raggiunto è quello previsto durante la progettazione: fornire un approccio educativo innovativo che consenta agli operatori giovanili di adottare concretamente un approccio intersezionale nella loro pratica di lavoro con i giovani a livello locale e internazionale.
A tal fine, abbiamo creato tre output intellettuali, che sono i principali risultati tangibili del progetto:

– IO1 “Make it Relevant: Intersectionality in Youth Work”, raccolta di saggi + glossario: il documento raccoglie saggi teorici e materiale relativo al tema dell’intersezionalità, costruendo il quadro teorico in cui muoversi.

-IO2. “Tools for intersectional youth work”, un kit di strumenti educativi per applicare l’intersezionalità nel lavoro con i giovani; il kit è diviso in 4 parti: introduzione, consigli per i facilitatori, attività e risorse. Il toolkit contiene 20 attività e tutte hanno un possibile adattamento online.

-IO3. “Questa pubblicazione ha lo scopo di avvicinare le raccomandazioni ai suoi potenziali utenti: responsabili politici, operatori giovanili, gestori di attività di animazione giovanile, animatori giovanili, educatori di operatori giovanili, organizzazioni giovanili e così via. In collaborazione, il processo decisionale promuoverà politiche giovanili inclusive integrate con l’impatto e il riconoscimento del lavoro giovanile. Originariamente le raccomandazioni dell’IO3 erano rivolte ai decisori politici per quanto riguarda l’implementazione di misure e approcci intersezionali nel campo delle politiche giovanili; durante l’implementazione del progetto abbiamo deciso di concentrarci come target di queste raccomandazioni sulle istituzioni internazionali del settore giovanile.

Per saperne di più e consultare gli output di questo progetto puoi cliccare qui.

Infine, un chiaro risultato è stato ottenuto in termini di capacity building per le organizzazioni della società civile attive nell’area euromediterranea: la dimensione geografica ha permesso di affrontare la questione con un approccio peer-to-peer con i Paesi del Sud del Mediterraneo, che rappresenta un bell’esempio di cooperazione e comprensione reciproca con l’obiettivo di migliorare la qualità delle pratiche di apprendimento non formale in un modo più giusto. Grazie al coinvolgimento di un partner palestinese, un risultato importante è che tutti i risultati sono stati tradotti in arabo e sono disponibili per essere utilizzati in tutta la regione del Mediterraneo meridionale e del Medio Oriente. Si tratta di un passo importante per la creazione di una nuova narrazione comune che appartiene all’intera area del Mediterraneo.

Partner di progetto:

ASOCIACION CULTURAL EUROACCION MURCIA (Spagna)
New Generation Charity (Palestina)
Servizio di Scambio Giovani (Paesi Bassi)